
Arretrati contratto militari: pagamenti confermati da giugno 2025
Gli arretrati per il contratto 2022-2024 saranno pagati a giugno: conferme da SIULM, APCSM della Guardia di Finanza e Sindacati di Polizia.
Pagamenti confermati: a giugno arretrati e adeguamenti stipendiali per i militari
Nessun nuovo ritardo per il pagamento degli arretrati del contratto 2022-2024 e degli adeguamenti stipendiali attesi dal personale militare. A ribadirlo è il SIULM, il Sindacato Unitario Lavoratori Militari, che interviene per smentire le voci circolate negli ultimi giorni su presunti ulteriori rinvii da parte di NoiPA. In un comunicato ufficiale, il sindacato rassicura: “Nel mese di giugno tutti i militari riceveranno sia gli arretrati spettanti che l’adeguamento stipendiale”.
Una conferma che arriva anche dalle Associazioni Professionali a Carattere Sindacale tra Militari (APCSM) della Guardia di Finanza — SILF, USIF e SINAFI — che in un comunicato congiunto, pubblicato al termine del tavolo negoziale per il FESI 2025, riportano un ulteriore dettaglio rilevante: oltre agli arretrati contrattuali, saranno liquidate anche le ore di straordinario prestate in esubero nel corso del 2024, fino a un massimo di 200 ore.
Arrivano conferme anche dai sindacati di Polizia: il COISP, con una nota pubblicata sul proprio sito, conferma che NoiPA ha avviato le attività per applicare gli aumenti e gli arretrati sulla mensilità di giugno. La visibilità sarà completa nei primi giorni del mese, mentre un’emissione speciale è prevista entro la prima metà di giugno.
Incertezza sulle tempistiche e silenzio di NoiPA
Nonostante le rassicurazioni arrivate da più fronti sindacali, sul pagamento degli arretrati contrattuali permane ancora una certa incertezza. A destare dubbi è soprattutto il silenzio ufficiale da parte di NoiPA, che finora non ha diffuso alcuna nota pubblica in merito alla data precisa di erogazione. Inoltre, alcune sigle sindacali hanno sollevato ulteriori interrogativi sulla reale tempistica di liquidazione, sottolineando la necessità di un chiarimento formale da parte dell’Amministrazione centrale. Una situazione che lascia il personale militare e di polizia in attesa di conferme ufficiali, mentre cresce l’esigenza di trasparenza e certezze operative.
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