Arretrati 2022-2024: visibili su NoiPA i pagamenti per militari e forze di polizia
Dalla mattina del 10 giugno, il portale NoiPA ha reso visibili gli importi degli arretrati. Si tratta delle spettanze legate al rinnovo contrattuale 2022–2024 per il personale dei comparti difesa e sicurezza.
NoiPA pubblica gli importi: attese confermate
Somme attese da tempo, che saranno erogate nelle prossime settimane, entro giugno. Questi arretrati chiudono formalmente la partita del contratto triennale, siglato il 18 dicembre 2024 dai sindacati rappresentativi, pubblicato in Gazzetta Ufficiale nell’aprile 2025 ed entrato in vigore il 3 maggio 2025.
Nel frattempo, sui social network — in particolare sulle pagine di alcune APCSM — si accende il dibattito tra gli utenti. Da un lato, le opinioni favorevoli ai sindacati firmatari rivendicano la bontà dell’accordo. Dall’altro, commenti critici, spesso vicini alle posizioni delle sigle non firmatarie che sollevano dubbi sulla corrispondenza tra cifre promesse e importi effettivi.
Non mancano ricostruzioni parziali, calcoli improbabili e affermazioni polemiche che contribuiscono a generare confusione.
Le polemiche online e i numeri reali
Ma cosa dicono i numeri ufficiali? Nel nostro approfondimento disponibile qui:
👉 Rinnovi contrattuali Forze Armate 2025-2030 – Analisi,
abbiamo confrontato i dati della Ragioneria Generale dello Stato, i DPR dei contratti e le dichiarazioni delle APCSM firmatarie. I numeri parlano chiaro:
- Gli aumenti sono tra i più significativi degli ultimi venti anni.
- Le voci fisse della retribuzione hanno registrato incrementi concreti, visibili sia nei cedolini mensili che negli arretrati cumulati.
Il contratto 2022–2024 non ha risolto tutte le difficoltà legate al rialzo inflazionistico e alla perdita di potere d’acquisto. Tuttavia, contribuisce a contenere almeno in parte l’impatto dell’inflazione.
Un contratto tra i più rilevanti degli ultimi venti anni
Il rinnovo ha rappresentato un passo rilevante, anche per la sua relativa tempestività rispetto ad altri cicli contrattuali.
L’inflazione ha colpito duramente il personale in uniforme, ma anche lavoratori di altri settori. Il caro vita è un problema generalizzato, che riguarda ogni categoria.
In questo contesto, è corretto riconoscere che — in rapporto alle risorse disponibili e al quadro economico complessivo — l’accordo 2022–2024 si colloca tra i più rilevanti degli ultimi due decenni.
Analisi e confronto oltre la propaganda
Nel rumore generato dalle semplificazioni e dalle polemiche da social, resta centrale il valore di un’analisi basata su dati concreti.
Parliamo di fonti verificabili: i vari DPR dei rinnovi contrattuali dal 2006 a oggi, i rapporti pubblici della Ragioneria Generale dello Stato, i dati ISTAT sull’andamento dei salari in Italia.
Si tratta quindi di un confronto oggettivo, non di cifre lanciate a caso. Ed è su questa linea che continueremo a offrire contenuti informativi, chiari e verificati.
Nel farlo, rispettiamo il lavoro di chi serve lo Stato con professionalità. E riconosciamo, senza pregiudizi, anche il ruolo delle diverse APCSM, in un contesto di pluralismo sindacale che merita rispetto, a prescindere dall’approccio adottato.
Disclaimer: Le informazioni riportate in questo articolo si basano su fonti ufficiali pubbliche e accessibili. Eventuali commenti o stime presenti nel dibattito social citato non rappresentano dati ufficiali e non devono essere considerati affidabili ai fini di valutazioni economiche personali.
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