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Contrattazione Difesa e Sicurezza: come funziona

Come funziona la contrattazione nei comparti difesa e sicurezza: riferimenti normativi, struttura del tavolo e fasi negoziali fino alla sottoscrizione dell’ipotesi, all’approvazione in CdM e all’emanazione dei due DPR di recepimento.
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In attesa dell’apertura dei tavoli per il prossimo rinnovo, per orientarsi su come funziona la contrattazione nei comparti Difesa e Sicurezza, ecco i punti chiave: rapporto in regime di diritto pubblico (d.lgs. 165/2001, art. 3), tavoli con delegazione pubblica guidata dal Ministro per la PA, ipotesi di accordo sindacale e DPR conclusivi (d.lgs. 195/1995). Tavoli con delegazione pubblica guidata dal Ministro per la PA, ipotesi di accordo sindacale e DPR conclusivi (d.lgs. 195/1995).

Come funziona la contrattazione per Difesa e Sicurezza?

Per i comparti Difesa e Sicurezza il rapporto di impiego è disciplinato dal d.lgs. 165/2001. L’art. 3 stabilisce che militari e Forze di polizia operano in regime di diritto pubblico — rapporto regolato dalla legge e dagli ordinamenti di settore — e non rientrano nell’area della contrattazione ARAN/CCNL. Le intese si negoziano secondo il d.lgs. 195/1995 e sono recepite con due DPR distinti (Forze armate / Forze di polizia). Questo assetto assicura tutele coerenti con le specificità operative e uniformità degli istituti a livello nazionale, ma esclude dalla negoziazione le materie riservate alla legge e ai regolamenti di Corpo/Forza (es. ordinamento, impiego/operatività, disciplina, sicurezza).

Si osserva come la recente legge delega n. 144 del 26 settembre 2025: affida al Governo sei mesi per adottare decreti in materia di CCNL (minimi di retribuzione, trasparenza, flussi dati INPS e controlli). Tuttavia, l’art. 4 stabilisce che tali disposizioni non si applicano ai dipendenti delle amministrazioni pubbliche di cui all’art. 1, comma 2, del d.lgs. 165/2001, né ai contratti collettivi ad essi applicabili. Quindi, per Difesa e Sicurezza: niente CCNL, solo negoziazione di settore e DPR conclusivi.

Poiché l’esclusione dall’area ARAN è espressa dal d.lgs. 165/2001, art. 3, non si applicano i CCNL. La procedura è speciale e disciplinata dal d.lgs. 195/1995: la delegazione pubblica è presieduta dal Ministro per la PA con i dicasteri competenti (Interno, Difesa, MEF, Giustizia, a seconda dei casi); si avvia almeno 4 mesi prima della scadenza, in contestualità tra comparti, e si chiude con la sottoscrizione di un’ipotesi unica di accordo sindacale, approvata dal Consiglio dei Ministri ed emanata con due DPR distinti (Forze armate / Forze di polizia). Durata triennale economica e normativa; per polizie ad ordinamento militare e Forze armate è previsto anche un secondo livello sugli aspetti caratteristici di ciascuna Forza/Corpo.

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Indirizzi di finanza pubblica: vincoli di bilancio e coperture

Le definizioni economiche avvengono nel quadro della finanza pubblica: indirizzi e compatibilità di bilancio guidano tempi ed entità degli aggiornamenti retributivi e delle indennità tipiche dei comparti.

Cosa significa in pratica per il personale:

  • Nessun rinvio ai CCNL: minimi e istituti non derivano dai contratti collettivi del lavoro privato o del pubblico “privatizzato”.

  • Tabelle e indennità per DPR distinti: trattamenti e aggiornamenti si definiscono in accordo sindacale e sono emanati con DPR.

  • Tavoli di settore: il confronto si svolge con la delegazione pubblica (Ministro per la PA + Ministeri competenti) e la delegazione sindacale/APCSM rappresentativa, secondo il d.lgs. 195/1995.

Polizie e Militari: contrattazione di settore e APCSM

  • Forze di polizia ad ordinamento civile (Polizia di Stato, Polizia Penitenziaria): DPR emanato a seguito di accordo sindacale tra delegazione pubblica (Ministro per la PA che presiede con Interno, Giustizia, MEF) e delegazione sindacale rappresentativa (d.lgs. 195/1995, artt. 1–3).

  • Forze di polizia ad ordinamento militare e Forze armate (Carabinieri, Guardia di finanza; Esercito, Marina, Aeronautica): DPR emanato a seguito di accordo sindacale tra delegazione pubblica (Ministro per la PA che presiede; partecipano Comandanti generali o Capo di SMD con Capi di SM) e delegazione delle APCSM rappresentative secondo i criteri del COM (art. 1478). Due livelli di contrattazione: uno comune alle forze armate e uno specifico per ciascuna Forza (art. 7 d.lgs. 195/1995).

  • Materie oggetto di negoziazione: trattamento economico fondamentale e accessorio; orario, turni, lavoro straordinario; licenze e permessi; missioni/trasferte; mobilità; formazione/aggiornamento; benessere organizzativo e servizi; fondi sanitari e previdenza complementare (artt. 3–5 d.lgs. 195/1995). Per le APCSM restano ferme le limitazioni sulle materie escluse dalla contrattazione (tra cui ordinamento, organizzazione e impiego del personale, addestramento/operatività, disciplina e sicurezza), secondo l’ordinamento militare e lo stesso d.lgs. 195/1995.

DPFP, Fondi e rinnovi contratti pubblico impiego

Il recente DPFP, pubblicato dal MEF, prevede anche risorse per la Difesa (investimenti e programmi da allineare alle richieste della NATO su base pluriennale), ma non una linea dedicata agli aumenti retributivi del personale (approfondisci con l’analisi sul DPFP e risorse alla Difesa); da qui l’esigenza di aprire e calendarizzare i tavoli di contrattazione per il pubblico impiego dei comparti Difesa e Sicurezza, così da tradurre le esigenze del personale e gli indirizzi governativi in DPR distinti con tabelle e indennità. A tal proposito va ricordato che le risorse per i prossimi due rinnovi del pubblico impiego sono state stanziate con la Legge di bilancio 2025, approvata a dicembre 2024, e risultano finalizzate a un recupero inflazionistico stimato intorno al 5,8% (rispetto al picco del 17% registrato tra il 2022 e il 2023, al lordo del 6% già riconosciuto nel precedente rinnovo).

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Approfondimenti:


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