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parità di genere

L’INPS ottiene la certificazione UNI PdR 125:2022, cosa significa?

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Gender Equality e il coraggio di fare Benessere Sociale

La Prassi UNI/PdR 125:2022 definisce le linee guida sul Sistema di Gestione per la parità di genere la cui certificazione volontaria è volta ad assicurare una politica di parità di genere e la creazione di un ambiente lavorativo più inclusivo e meno discriminatorio, incentivando l’adozione di politiche aziendali finalizzate a ridurre la disparità di genere in tutte le aree che presentano maggiori criticità, come le opportunità di carriera, la parità salariale a parità di mansioni, le politiche di gestione delle differenze di genere e la tutela della maternità.

Tra l’altro questa prassi è stato inserita in uno dei progetti PNRR e quindi raggiunta la certificazione con i fondi provenienti dall’Unione Europea.

I Numeri dell’Istituto

Nella nota INPS che comunica questo importante riconoscimento, l’Istituto che sono presenti 15.445 dipendenti donne, perciò si presume che i dipendenti totali sono circa 30mila.

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La fascia di età più rappresentata delle dipendenti donne sono tra i 56 e i 60 anni, con 3.672 donne, a seguire 3.073 tra i 61 e i 65 anni, 2.344 tra i 51 e i 55 anni, 1.524 tra i 31 e i 35 anni, 1.464 tra i 36 e i 40 anni, 1.439 tra i 46 e i 50 anni e 1.182 tra i 41 e i 45 anni.

Volutamente sono state evidenziate le fasce di età tra i 56 e i 65 anni, con un numero totale di circa 6700 unità rappresenta la fascia più anziana di dipendenti, ovvero coloro che in un arco di 2/5 anni saranno coloro che accederanno alla pensione.

Questi dati, anche se sono riferiti solo all’INPS in qualche modo rappresentano una fotografia della condizione dei lavoratori italiani. Un numero notevole di lavoratori che presto lasceranno il loro impiego senza avere un ricambio alla pari, ovvero per ogni lavoratore che lascia il lavoro uno che ne subentra.

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Anche la difesa soffrirà un massiccio esodo pensionistico

Anche le Forze Armate vivono una condizione simile, questione parità di genere a parte, ma solo di numero di lavoratori prossimi all’esodo pensionistico senza un ricambio numerico adeguato.

In futuro l’Italia si troverà a vivere una condizione di criticità, in quanto è già un paese di soli vecchi, e quindi rischia di implodere sotto i pensionamenti che senza una riforma adeguata difficilmente potranno contare su un assegno per il sostentamento.

Coraggio per un nuovo modello di Welfare

Occorre aver coraggio e portare avanti una politica welfare per incentivare la natività e garantire ai lavoratori e in particolare alle donne lavoratrici, garanzia del posto di lavoro per più tempo, almeno per i primi 3/5 anni di vita del neonato, semmai sui modelli di altri paesi europei (ad esempio Germania).

A ciò un Welfare adeguato per consentire l’inserimento di lavoratori in sostituzione di quelli in maternità o paternità, che avrebbero tempo per apprendere la professione, rappresentando da subito anche un ricambio generazionale ai pensionati. Oltre ciò potenziare le attuali politiche sociale per poter crescere i figli dignitosamente (es. assegno unico).

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