L’INPS fotografa un sistema pensionistico in lieve crescita per numero di persone e decisamente più oneroso sul fronte della spesa. Le pensioni in pagamento sono 23,0 milioni (+0,4% sul 2023) per una spesa annua di 364,1 miliardi (+4,9%). I beneficiari sono 16,3 milioni e, in media, ciascuno percepisce 1,4 trattamenti. Il 68% ha una sola pensione, mentre quasi un terzo cumula due o più prestazioni.
Vecchiaia, superstiti, invalidità: composizione delle prestazioni e cumuli
I dati dell’Osservatorio, riferiti al 31 dicembre 2024, indicano che il gruppo più numeroso è quello dei titolari di pensione di vecchiaia: 11,4 milioni; oltre un quarto somma altri trattamenti. Seguono i superstiti (4,2 milioni), spesso in cumulo, e gli invalidi previdenziali (890 mila). Sul fronte assistenziale i beneficiari sono 3,9 milioni, con frequenti sovrapposizioni all’area previdenziale, soprattutto per le indennità di accompagnamento. A parte, 605 mila titolari di rendite indennitarie, in larga maggioranza in cumulo.
Divario di genere nelle pensioni: importi medi tra uomini e donne
Il divario di genere resta marcato: le donne sono il 51% dei pensionati, ma gli uomini incassano il 56% dei redditi pensionistici. L’importo medio annuo è 25.712 euro per gli uomini contro 19.140 per le donne (+34%), riflettono un percorso lavorativo e di carriere con retribuzioni storicamente differenti.
Distribuzione territoriale della spesa pensionistica: Nord, Centro, Mezzogiorno
Sul piano territoriale il Nord concentra il 47,3% delle prestazioni e il 47,7% dei pensionati, con importi medi +7,1% sopra la media nazionale. La spesa si distribuisce così: il 51,1% al Nord, il 20,9% al Centro e il 28,0% nel Mezzogiorno.
In sintesi: più spesa che platea, cumuli diffusi, persistente gap di genere e forti differenze geografiche. Un quadro utile a misurare l’impatto della previdenza su demografia, lavoro e coesione sociale.
Approfondimento:
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