
Contratti PA 2025: cosa cambia per militari, statali e sanità
Nel 2025 crescono stipendi e attese nel pubblico impiego: aumenti concreti per alcuni, trattative ancora aperte per altri settori chiave.
Contratti e arretrati per il personale in divisa
I primi mesi del 2025 registrano importanti novità sul fronte del pubblico impiego. Dopo mesi di attesa, arrivano i primi segnali concreti sui rinnovi contrattuali nei diversi comparti della Pubblica Amministrazione, a partire dalle Forze Armate fino al personale sanitario, passando per gli statali delle funzioni centrali, locali e scolastiche.
Per circa 430.000 militari e appartenenti alle forze di polizia, maggio/giugno porterà in busta paga gli arretrati del contratto 2022–2024, con importi che in alcuni casi superano i 2.000 euro lordi. A seconda del grado ricoperto, si va dai 1.421 euro lordi per gli agenti e carabinieri semplici, fino ai 2.159 euro per i capitani.
Gli effetti economici non si limiteranno agli arretrati: da giugno, infatti, gli stipendi mensili saranno adeguati con incrementi di almeno 100 euro netti, a cui si aggiungono nuove indennità e un rafforzamento degli strumenti di welfare.
Rinnovi 2025–2027: partono le trattative per tutti i comparti
Nel frattempo, si muove anche la macchina dei rinnovi per il triennio 2025–2027. Il Ministro per la Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo, ha firmato la direttiva che apre ufficialmente la fase negoziale nei comparti Funzioni Centrali, Sanità, Enti Locali e Scuola. I sindacati sono stati convocati dall’ARAN per il 15 maggio.
Per sostenere gli aumenti, il governo ha già messo sul tavolo 10 miliardi di euro, a cui si aggiungono altri 11 miliardi destinati al successivo triennio 2028–2030.
Secondo il Documento di finanza pubblica, la spesa per i redditi da lavoro nella PA supererà i 200 miliardi di euro nel 2025, con un aumento medio degli stipendi del 2,3%. Una crescita che proseguirà fino a 207 miliardi entro il 2027.
Sanità, il comparto più in ritardo
Situazione più complessa nel comparto Sanità, dove sono coinvolti circa 600.000 lavoratori in attesa del rinnovo contrattuale 2022–2024. Le trattative sono ripartite, ma il confronto resta difficile. Cgil e Uil hanno espresso riserve sull’impianto dell’accordo, rallentandone l’approvazione.
Il ritardo rischia di estendersi anche a medici e dirigenti sanitari, che chiedono di aprire subito i tavoli per entrambi i trienni contrattuali: 2022–2024 e 2025–2027.
Un passo avanti, ma con tempi diversi
Il quadro che si delinea è quello di una Pubblica Amministrazione che torna a investire nelle sue persone. Ma mentre alcuni comparti vedono già effetti concreti in busta paga, altri continuano ad attendere un’intesa, tra ostacoli sindacali e risorse ancora da sbloccare.
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