L’Italia imposta la manovra 2026–2028 con un profilo prudente ma espansivo sulla Difesa: numeri DPFP, lettura Mil€x e nuovo target NATO spiegano come e perché cresceranno gli stanziamenti.
Legge di Bilancio e rotta sulla Difesa
Il Documento programmatico di finanza pubblica definisce traiettorie di deficit al 3,0% nel 2025, 2,8% nel 2026, 2,6% nel 2027 e 2,3% nel 2028, con crescita programmatica del PIL 0,7–0,9%. In questo quadro il Governo indica un incremento cumulato di spesa per la difesa pari a +0,15 punti di PIL nel 2026, +0,30 nel 2027 e +0,50 nel 2028 (profilo cumulato), subordinato all’uscita dalla procedura per disavanzo eccessivo (PDE). Fonte: nota MEF sul DPFP (vedi comunicato del MEF).
Quanti soldi in più: la stima di Mil€x
Secondo Mil€x – Osservatorio sulle spese militari, il profilo DPFP comporterebbe circa 23 miliardi di spesa militare aggiuntiva nel triennio 2026–2028 rispetto a uno scenario costante al 2% del PIL. La ripartizione stimata: ~3,5 mld nel 2026, >7 mld nel 2027, >12 mld nel 2028. Mil€x precisa che la cifra non contraddice gli “12 mld” citati altrove: quella è la somma degli scatti annuali, mentre i 23 mld misurano il cumulo rispetto allo scenario base.
Il nuovo riferimento NATO al 2035
Dopo il vertice 2025, l’Alleanza ha definito un nuovo riferimento: 5% del PIL entro il 2035, di cui almeno 3,5% per le spese core (forze, equipaggiamenti, esercizio) e fino a 1,5% per interventi più ampi di sicurezza e resilienza, inclusa la base industriale della difesa. *Maggiori dettagli sull’evoluzione che coinvolge i Paesi dell’Alleanza sono disponibili nella Dichiarazione del Vertice de L’Aia e nelle pagine NATO dedicate a deterrenza e difesa. Un ulteriore approfondimento è offerto dal SIPRI (Stockholm International Peace Research Institute), che pubblica analisi periodiche su tematiche di difesa e sicurezza ed è considerato una fonte autorevole a livello internazionale.
Difesa e NATO, dove si colloca l’Italia nel 2025?
Il Governo indica il raggiungimento del 2% del PIL (stima NATO 2025) nel 2025 secondo la metodologia NATO e lo ribadisce nella nota MEF sul DPFP. Le stime 2025 dell’Alleanza, pubblicate nelle tabelle “Defence Expenditure 2025”, offrono anche la scomposizione per voci (personale, esercizio/addestramento, investimento) e la serie storica, utile per valutare l’effetto del denominatore (PIL) e delle riclassificazioni nel perimetro di spesa. Nel leggere il 2% è decisivo ricordare che l’indicatore segue il perimetro NATO, che può includere poste allocate anche fuori dal solo bilancio del Ministero della Difesa e voci straordinarie connesse a missioni e programmi; per questo il confronto con i conti nazionali richiede cautela. Le stime NATO sono aggiornate periodicamente e soggette a revisioni: per il dettaglio Paese si veda NATO, Defence Expenditure 2025 e le relative schede e PDF. Per un inquadramento della dinamica italiana e degli aspetti metodologici (riclassificazioni, perimetro spese), interessante anche questa analisi di settore.
Impatti attesi su programmazione nazionale
Nel DPFP il focus sulla Difesa è esplicito: un percorso di crescita programmata delle risorse (incrementi in punti di PIL distribuiti tra 2026–2028), condizionato all’uscita dalla procedura per disavanzo eccessivo e allineato al nuovo riferimento NATO. La cornice prevede anche il possibile ricorso a strumenti UE (ad es. SAFE) e il rafforzamento della base industriale della difesa nella programmazione pluriennale. Le altre linee del DPFP (ricomposizione del prelievo e rifinanziamento del Fondo sanitario) hanno natura generale e incidono indirettamente sul comparto Difesa, soprattutto sul personale (riduzione del cuneo, misure sui redditi da lavoro), con effetti potenzialmente positivi ma di portata limitata sui trattamenti netti. Tali misure restano comunque utili a completare il quadro macro, come richiamato nel comunicato del Consiglio dei ministri.
Cosa aspettarsi nella manovra
In sintesi, la prossima Legge di Bilancio – in discussione in Parlamento con approvazione entro il 31 dicembre 2025 – confermerà il Piano strutturale di bilancio e una rimodulazione della spesa orientata al rientro del disavanzo. In questo quadro si collocano le misure su fisco, lavoro, sanità e competitività e, in particolare, uno spazio dedicato alla Difesa coerente con gli incrementi indicati nella nota MEF sul DPFP: +0,15 p.p. di PIL nel 2026, +0,15 nel 2027 e +0,20 nel 2028, condizionati all’uscita dalla PDE. Da non confondere gli “scatti” annuali con l’effetto cumulato sul triennio (oggetto delle stime Mil€x).
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