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Unità cinofili Militari

Unità cinofili, il Coir Esercito propone una variante alla normativa

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Appello al Ministro della Difesa per dare dignità ai cani militari.

Le unità cinofili da tempo lamentano uno scarso interesse sulla vita dei cani impiegati alla fine del loro ciclo lavorativo. I cani restano senza alcuna tutela, come  la storia che avevamo riportata qualche tempo fa sulle attività cinofili.

Proponiamo un estratto del seguente articolo la cui completezza può essere letta seguendo il link indicato a fine pagina.

Non ci potrebbe essere espressione più emblematica per descrivere lo stato di abbandono nel quale vengono lasciati i cani dell’unità cinofila; servitori dello Stato, una volta che si è esaurito il loro ciclo lavorativo. E ricordiamolo: ad esaurirsi è il loro lavoro, non la loro esistenza.

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Fino a quando gli amici a quattro zampe fanno gioco per essere esibiti come simbolo di eccellenza, dedizione al servizio, perfetto esempio di come il cane abbia le stesse, se non superiori, capacità intellettive dell’uomo: tutto bene. Ma è quando si spengono i riflettori, quando la tv non “cerca” più i “cani con le stellette”; quando finiscono in un oblio umiliante, stridente al cospetto di un’attività gloriosa, è in quel momento che dovrebbero accendersi su di loro le luci della ribalta.

La proposta del Coir e l’interesse del Cocer:

all’Autorità affiancata, Comandante Logistico dell’Esercito, Gen. C. A. Figliuolo, di “effettuare una variante normativa” all’articolo 534 del Decreto del Presidente della Repubblica n.90 del 15 marzo 2010, in materia di: “Testo unico delle disposizioni regolamentari in materia di ordinamento militare, a norma dell’articolo 14 della legge 28 novembre 2005 n. 246” al fine di “garantire ai cani ceduti al personale militare l’assistenza veterinaria a carico del servizio veterinario militare” e, inoltre, di voler “predisporre una proposta normativa al fine di istituire un’assicurazione sulla vita dell’animale utile a sopperire eventuali incidenti, anche mortali, cui l’animale potrebbe incorrere” interessando il Co.Ce.R. Esercito al fine di “valutare la possibilità di farsi promotore, in fase di stesura dei decreti correttivi al riordino dei ruoli, di una modifica normativa”.

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