Soldati Italiani militari

UVI: Dai soldati di leva ai militari professionisti

Ufficio Valutazioni Impatto, dossier sul nuovo modello di Forze Armate Italiane.

L’UVI, l’Ufficio di Valutazione Impatto del Senato della Repubblica ha pubblicato di recente un rapporto sullo stato delle Forza Armate Italiane.

Pubblichiamo un estratto del rapporto la cui completezza può essere letta seguendo il link indicato a fine pagina.

Il rapporto UVI, descrive la situazione attuale partendo come anno di riferimento il 2018. Mette in evidenza l’impegno dell’Italia in tutti i teatri operativi fuori dai confini nazionali.

Nel 2018 l’Italia partecipa a 35 operazioni in 22 Stati di tre continenti; con un impiego massimo di 8.000 militari e una media di 6.400, incluse le forze di polizia. Oltre alla difesa dei confini nazionali, infatti, il documento strategico Nuove forze per un nuovo secolo ha inserito nel 2001, tra i compiti principali delle nostre Forze armate, la partecipazione alle missioni internazionali di peace keeping e peace enforcing.

Il punto focale del rapporto è stabilire se il numero di militari attualmente in servizio sono sufficienti dopo la riforma che ha visto ridurre il numero da 265mila a 190mila, con l’obiettivo di 150mila unità per il 2024.

Un cambiamento anticipato, nel 2000, dalla scelta di abbandonare la coscrizione obbligatoria per passare, dopo 144 anni, a un modello militare più snello (da 265 mila uomini e donne a 190 mila) interamente composto di professionisti. Ma ha funzionato l’addio ai soldati di leva?

Infine si sofferma sulla spesa, evidenziando come la crisi del 2008 abbia inciso nelle scelte della riduzione dei costi militari.

La crisi esplosa nel 2008 ha inciso significativamente sull’attuazione della riforma. E tra le riduzioni di organico (previsto un massimo di 150mila unità entro il 2024), l’invecchiamento dei volontari in servizio e i severi tagli a spese di funzionamento e investimenti, anche l’impegno all’estero non ha più raggiunto i numeri dei primi anni 2000.

Continua sul sito del Senato sezione UVI oppure visualizza il dossier

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