L’INPS programma il superamento dell’erogazione differita di TFS e TFR, seguendo le indicazioni della Corte Costituzionale: dal 2026 liquidazioni più rapide per dipendenti pubblici, compreso personale militare e di polizia.
TFS e TFR più rapidi: l’INPS avvia l’attuazione delle indicazioni della Corte Costituzionale
L’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale ha annunciato nella nuova Relazione Programmatica 2026–2028 l’intenzione di riformare le modalità di liquidazione del TFS e del TFR per il pubblico impiego, inclusi militari e forze di polizia.
Questa iniziativa rappresenta una risposta concreta a quanto stabilito dalla sentenza n. 130/2023 della Corte Costituzionale. La Corte ha dichiarato illegittimo il differimento eccessivo e sistematico della liquidazione del TFS ai dipendenti pubblici. Tale pratica, infatti, viola il principio di uguaglianza previsto dall’art. 3 della Costituzione. Inoltre, i giudici hanno invitato il legislatore a superare l’attuale disciplina, accettabile solo in via temporanea e straordinaria.
Un impegno per superare i ritardi nella liquidazione
Secondo quanto indicato nella sezione Missione 1 – Politiche previdenziali del documento, l’INPS si impegna a intervenire sull’assetto organizzativo e sulle dotazioni degli uffici centrali e territoriali per contrarre i tempi di liquidazione del TFS/TFR. In parallelo, è previsto un investimento sull’infrastruttura informatica, in modo da automatizzare l’intero processo, con particolare riferimento all’interazione con i fondi pensione di previdenza complementare.
Nel frattempo, è previsto un progetto straordinario con risorse dedicate per garantire una gestione più efficiente dei flussi verso la previdenza complementare.
Verso una riforma normativa
Nell’appendice della Relazione, il Consiglio di Indirizzo e Vigilanza dell’INPS propone anche una modifica normativa per dare piena attuazione alla sentenza costituzionale. L’attuale disciplina del differimento – si legge – “se pur giustificabile temporaneamente a fini di contenimento della spesa pubblica, sarebbe risultata contraria alla Costituzione nel caso in cui divenisse permanente”.
Quali effetti per i lavoratori pubblici
Sapere che l’INPS si adopera per accelerare l’erogazione del TFS e TFR è decisamente una buona notizia per tutti i lavoratori del pubblico impiego. Negli ultimi anni, infatti, si sono verificate situazioni paradossali: molti dipendenti sono stati costretti a ricorrere a prestiti, anche onerosi, pur di ottenere la propria buonuscita in tempi accettabili.
Alcuni si sono rivolti a istituti bancari convenzionati, altri addirittura all’INPS stesso, che offre anticipazioni su fondi da esso gestiti. I tassi applicati, inizialmente vantaggiosi (circa l’1% annuo), sono oggi nella migliore delle ipotesi pari al 4% annuo.
Il problema è aggravato dal fatto che, in regime ordinario, il TFS/TFR viene corrisposto in due tranche distribuite nell’arco di due anni, rendendo il ricorso al credito quasi inevitabile per chi si trova in difficoltà economica.
Perciò, il superamento del differimento rappresenterebbe un cambiamento rilevante per il personale del pubblico impiego, in particolare per chi, come militari, poliziotti e vigili del fuoco, è costretto ad attendere mesi (talvolta anni) per ricevere la liquidazione al termine della carriera.
Se confermate a livello legislativo, le nuove misure permetteranno un’erogazione più rapida (entro sei mesi) del TFS/TFR, restituendo alla liquidazione il ruolo di sostegno economico nella transizione alla pensione.
Fonte: INPS – Relazioni Programmatiche del Consiglio di Indirizzo e Vigilanza
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